Il guado.

Incontro del 26 giugno

«Gesù prese la ferma decisione
di mettersi in cammino
verso Gerusalemme»
(Lc 9,51)

di Carlo Maria Martini
Quale guado rappresenta per Gesù il momento tra la confessione di Pietro e il “firmavit faciem suam”?
Egli si è già mostrato nella sua verità, si è già offerto alla croce con la duplice predizione della passione. E qui, in relazione con la sua offerta alla croce, mostra la sua gloria e la sua figliolanza.
Questo è il senso profondo di LC 9, 28-36: Gesù manifesta in sé la saldatura tra croce e gloria, tra passione e salvezza, tra morte e vita, tra figliolanza e obbedienza, saldatura che costituisce il nucleo del mistero storico del Verbo incarnato.
Non si tratta solo di una realtà ontologica (Dio-uomo), da considerare astrattamente, ma di una realtà storica di croce e gloria, umiltà e onore, sofferenza e gioia, povertà e regno, morte e vita. È questo il cuore della vita di Gesù, riassunta nelle beatitudini; esse sono appunto tale contrapposizione vissuta, che si condenserà nell’acqua e nel sangue fluenti dal costato del Crocifisso: l’acqua della vita insieme con il sangue della morte.
Capire questa unità è il guado a cui anche noi siamo chiamati, un guado difficile per gli stessi discepoli. Infatti erano oppressi dal sonno e Pietro non sapeva quel che diceva; inoltre erano parte della generazione incredula e perversa (Lc 9, 41); avevano paura delle parole di Gesù sulla passione e temevano di rivolgergli domande (cfr. Lc 9, 45); discutevano su chi era il più grande di loro (LC 9, 46) ed erano pieni di invidia verso un altro che pure scacciava i demoni (cfr. Lc 9, 49).
Tutto questo in contrasto con il “firmavit faciem suam”.
E quindi, fra la trasfigurazione e il “firmavit” sta tutta la fatica dei discepoli a capire il senso dell’unità tra croce e gloria.
Il guado a cui noi siamo chiamati consiste nell’accettare l’enorme fatica pratica di comprendere l’aggancio, nella nostra vita, tra ascesi e libertà interiore, tra mortificazione e gioia, tra passione e risurrezione.
In altre parole, dobbiamo passare dal miscuglio dei termini alla sintesi che è la via del Figlio redentore.
da ChiesaDiMilano.it
Il foglietto: Parte A Parte B


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