Il sale e la lampada

Incontro del 6 febbraio

“La fuga nell’invisibilità è rinnegamento della chiamata. Una chiamata di Gesù che vuole restare comunità invisibile non è più comunità che segue Gesù …. Il moggio sotto cui la comunità visibile nasconde la sua luce può essere sia paura degli uomini sia cosciente conformismo con il mondo per conseguire determinati scopi, siano essi di carattere missionario che di un malinteso amore per gli uomini. Ma potrebbe anche essere, e questo è ancora più pericoloso, una cosiddetta teologia riformata che osa persino chiamarsi “theologia Crucis” e che è caratterizzata dal fatto che alla “farisaica” visibilità preferisce una “umile” invisibilità sotto forma di totale incorporazione nel mondo. In questo caso segno di riconoscimento della comunità non è una eccezionale visibilità, ma una sua conferma nella “justitia Civilis”… … E con la chiamata di Gesù ai discepoli non è solo assicurata l’invisibile efficacia del sale, ma anche il visibile splendore della luce …. In questa luce devono essere viste le buone opere … buone opere che Gesù stesso suscitò in loro quando li chiamò, quando li fece luce del mondo sotto la sua croce: essere poveri, stranieri, miti, apportatori di pace, essere perseguitati e respinti, e in tutto ciò una sola cosa: portare la croce di Gesù. La croce è la strana luce che risplende, e in questa sola tutte quelle opere buone dei discepoli possono essere viste. … Visibile diventa la croce, visibili diventano le privazioni e la rinunzia di quelli che sono chiamati beati. Ma nella luce della croce e di questa comunità non si può più lodare l’uomo, ma Dio solo. Se le buone opere fossero varie virtù di uomini, allora per esse non si loderebbe più il Padre, ma il discepolo. Ma così non resta nulla di degno di lode nel discepolo che porta la croce, nella comunità la cui luce risplende ed è visibile sul monte: per le loro “buone opere” solo il Padre celeste può essere lodato. Così vedono la croce e la comunità sotto la croce e credono in Dio. Ma questa è la luce della resurrezione.
Dietrich Bonhoeffer- Sequela
Il foglietto