Incontro dell’ 8 Aprile
Chi sono? Spesso mi dice questo o quello
che dalla cella in cui sono tenuto esco disteso,
lieto e risoluto com’esce
un Signor dal suo castello.
Chi sono? Spesso mi dicono
che parlo a chi mi sorveglia
con libertà, affabilità e chiarezza
come spettasse a me di comandare.
Chi sono? Anche mi dicono
che sopporto i giorni infelici
imperturbabile, sorridente e fiero
come chi è avvezzo alla vittoria.
Sono io veramente ciò che gli altri dicono di me?
O sono soltanto ciò che io stesso conosco di me?
Inquieto, pieno di nostalgia, malato come uccello in gabbia,
bramoso di aria come mi strangolassero alla gola,
affamato di colori, di fiori, di voci d’uccelli,
assetato di buone parole, di umana compagnia
tremante di collera davanti all’arbitrio e all’offesa più meschina,
agitato per l’attesa di grandi cose,
preoccupato e impotente per gli amici infinitamente lontani,
stanco e vuoto nel pregare, nel pensare, nel creare,
spossato e pronto a prendere congedo da ogni cosa?
Chi sono?
Questo sono o sono quello?
Sono oggi uno, domani un altro?
Sono io l’un l’altro insieme? Davanti agli uomini un simulatore
e davanti a me uno spregevole querulo vigliacco?
O ciò che ancora io sono somiglia all’esercito sconfitto
che si ritrae in disordine davanti alla vittoria già conquistata?
Chi sono? Por domande così da sole a scherno mio.
Chiunque io sia, tu mi conosci, tuo io sono, o Dio!
Dietrich Bonhoeffer
Il foglietto
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